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Tratto da Il Mattino
ERMINIA PELLECCHIA

Il «gigante buono», come affettuosamente il popoloso quartiere di Sant’Eustachio aveva battezzato Aniello Pucci (nella foto), ci ha lasciato. Il suo grande cuore ha smesso di battere venerdì, un ictus cerebrale lo ha stroncato ad appena trentasette anni, ma continuerà ancora a pulsare e a regalare amore.

L’ultimo atto di generosità di Aniello è stato, infatti, la donazione degli organi e sicuramente - lo sottolinea con forza Ciro Plaitano, presidente del centro Girasole, di cui Pucci, impegnato nella coop Fili d’Erba era l’alacre animatore - «le persone che vivranno anche grazie a lui, saranno migliori».

Ieri mattina l’addio nella gremitizzima chiesa di San Paolo al rione Petrosino. Ad attendere Aniello per strada, con striscioni ed applausi, oltre duecento persone. Personalità politiche e del mondo dell’associazionismo, come Mario De Biase, Franco Mari, Rocco Falivena, Massimo Cariello, Ermanno Guerra, Nino Savastano, Olimpia Salvatore, Angela Federici, Alba Quaranta, Franz Cittadino, Maria Rosaria Palmieri, Elisa De Maio, Titti Sandulli, ma soprattutto la gente comune, bambini, ragazzi, madri, anziani della periferia-ghetto della città e di cui per anni è stato il punto di riferimento.

«Da circa diecianni lavorava al Girasole - confida Plaitano - e per centinaia di giovani che sono cresciuti con lui è stato un padre, una persona di cui ci si poteva fidare, sempre presente nei momenti di difficoltà come in quelli di gioia. Sempre pronto ad invogliarli con la sua testardaggine, pazienza, affetto.

Abbiamo perso un grande operatore che, con passione e sacrifici, rendeva possibili anche le missioni più disperate, verso gente che aveva veramente bisogno di una mano per non perdersi tra i tanti disagi della vita». Lo ha rimarcato don Benedetto nell’omelia, ricordando «quel ragazzo dai capelli rossi che cresceva anche lui fra difficoltà in un quartiere difficile». Erede dell’insegnamento di Enrico Berlinguer di combattere l’emarginazione, Pucci ha militato prima nel Pci e poi in Rifondazione.

La lunga, commovente lettera che il sindaco De Luca ha inviato alla sorella Giovanna testimonia l’impegno di Aniello quando era, lui segretario provinciale, il suo braccio destro nella federazione di via Manzo. Ed i «compagni» gli hanno reso l’estremo omaggio: all’uscita del feretro i vessilli sventolanti di Rfc, mentre un altoparlante diffondeva le note di Bandiera Rossa.
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